Analizziamo brevemente la differenza tra profumi floreali e profumi fruttati.
Gli aromi floreali del vino sono riscontrabili nella quasi totalità dei vini. Questi aromi del vino derivano sia da composti presenti sulla buccia degli acini (terpeni) sia da processi fermentativi, sono quindi ascrivibili sia agli aromi primari che agli aromi secondari.
Interessante, da un punto di vista di efficacia comunicativa, è la correlazione territoriale tra i profumi dei fiori e il territorio nel quale nascono i vini. Per esempio si possono associare il profumo di fiori di zagara per i vini siciliani o la flora alpina per i vini dell’Alto Adige.
Nei vini bianchi giovani è comune la percezione di aromi di fiori freschi bianchi come gelsomino, biancospino, fiori di zagara e acacia.
Gli aromi di fiori gialli nel vino sono tipici di vini bianchi con una maggiore evoluzione, con un affinamento svolto in legno o in anfora. Tra questi la ginestra, il tarassaco, il girasole e la mimosa.
I profumi e gli aromi fruttati del vino sono principalmente primari (varietali) ma anche legati a processi fermentativi (secondari).
Gli aromi fruttati dei vini bianchi più freschi ricordano la frutta a polpa bianca e gli agrumi, fino alla frutta tropicale, gialla e sciroppata nei vini provenienti da zone più calde o che hanno avuto affinamenti in legno.
I profumi fruttati dei vini bianchi evoluti spaziano invece tra frutta candita e disidratata, frutta cotta, sciroppata o in confettura.
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