CAMBIAMENTO CLIMATICO E VITICOLTURA

CAMBIAMENTO CLIMATICO E VITICOLTURA:

cosa succede alle uve e come affrontare la vinificazione

Il Climate Change è un argomento da decenni al centro del dibattito negli ambienti vitivinicoli, e
riguarda essenzialmente l’incremento generalizzato della temperatura ambientale, con periodi molto lunghi caratterizzati da
siccità (già prima dell’invaiatura) e diminuzione del contenuto in sostanza organica del terreno (durante la maturazione dell’uva).

Aspetto, quest’ultimo, causato sia da eventi meteorologici estremi sia, talvolta, dalla scarsa attenzione umana, oltre che dall’incremento del contenuto in CO2 nell’atmosfera.

Pur affrontando il problema da tempo, è solo di recente che si è iniziato a prendere piena coscienza dei problemi drammatici indotti
dai cambiamenti climatici anche in campo viticolo ed enologico.

Gli effetti del cambiamento climatico risultano negativi in certi ambienti e positivi in altri. L’influenza delle singole variabili, inoltre, solo in qualche caso appare evidente; di solito, le
variabili sono interdipendenti e i risultati diversi a seconda delle differenti interazioni. “Uno dei risultati comuni a tutte le ricerche fino ad ora pubblicate riguarda l’anticipo della fioritura
e, di conseguenza, della maturazione dell’uva, denotando un netto distacco temporale rispetto a quanto avveniva nella metà del secolo
scorso e/o in tempi ancora più remoti.

Questo implica che anche il
clima primaverile rivesta un ruolo importante, se non determinante, sia per l’invaiatura sia sulla maturazione e, conseguentemente,
sulla composizione dell’uva stessa”.

Uno dei primi cambiamenti è l’anticipo della vendemmia: in questo caso c’è il rischio di imbattersi nella scarsa presenza di aromi
varietali e di ritrovare sapori amari nel vino.

Bastano, infatti, anche pochi giorni di anticipo per ritrovarsi una eccessiva diminuzione dell’acidità titolabile, un elevato incremento del pH e una perdita, quasi completa, dell’acido malico, senza ritrovare un corrispondente miglioramento dei contenuti in zuccheri e in aromi varietali.

Negli ultimi decenni, periodi troppo lunghi e ricorrenti di temperature ambiente particolarmente elevate hanno determinato una
diminuzione notevole del contenuto in aromi varietali della classe dei terpenoli, in particolar modo, nelle uve aromatiche come, per
esempio, il Moscato bianco.

In ogni caso, a parte gli aromi
varietali, il problema fondamentale riguarda prevalentemente l’acidità titolabile e il contenuto in acido malico troppo bassi, nonché il pH troppo alto.

Inoltre, nelle zone maggiormente interessate dai cambiamenti climatici, nella vinificazione dei bianchi è particolarmente frequente il fenomeno
del pinking.

In questi casi, il vino assume una colorazione rosata che neppure l’addizione di ioni bisolfito possono rimuovere, non interagendo i pigmenti responsabili del pinking con gli stessi ioni.
Solo tramite specifico test, è oggi possibile prevedere, e quindi limitare, tale fenomeno.

Malgrado tutto, è comunque possibile
produrre vini bianchi di alta qualità anche in territori colpiti da temperature estreme: adottando opportune tecniche di acidificazione,
vinificazione e maturazione, il livello qualitativo di questi vini può risultare buono e, a volte, anche più che buono.

 

WINELET
E’ SEMPRE ALLA RICERCA DI PICCOLE CANTINE CHE FANNO DELLA TUTELA
DELL’AMBIENTE E DELLA QUALITA’ DELLA PRODUZIONE LA REGOLA
PRINCIPALE: UN OCCHIO ATTENTO ALLE TRADIZIONI DEL PASSATO PER
PRESERVARE IL FUTURO.

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